È assolutamente normale che, nel seguire l’evoluzione della pandemia di Covid-19, cambino le regole di comportamento. Qualcuno, però, sospetta che alle poco concordi opinioni degli scienziati si sommino le diverse pressioni derivanti dalla campagna elettorale in corso, aumentando nel pubblico il già notevole disorientamento dei mesi passati, con il risultato di spingerlo ancor di più verso condotte imprudenti: vedi, per esempio, l’elevata percentuale di passeggeri che, disinvoltamente e ormai del tutto indisturbati, non indossano più la mascherina sui mezzi pubblici.
I tagli previsti
Tutto parte dalla notizia secondo la quale le autorità sanitarie starebbero valutando la riduzione della quarantena da 7 a 5 giorni per i soggetti positivi asintomatici, con un test negativo al quinto giorno, nonché la riduzione del periodo massimo di isolamento da 21 a 15 giorni per i casi di positività persistente. Al momento, non ci sono note ufficiali. In compenso, però, non mancano le prese di posizione da parte soprattutto di quei medici che la tv, con i suoi “speciali” dedicati al Covid, ha in qualche modo trasformato in personaggi nell’arco di questi ultimi due anni e mezzo. Per esempio, assai interessanti e un po’ inquietanti per il loro contraddirsi, sono le dichiarazioni di due eminenti e ormai celebri scienziati, raccolte dall’agenzia Adnkronos.
Due punti di vista
Dichiara il professor Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, “Tutto quello che sento in questo periodo mi sembra fortemente condizionato”. E aggiunge: “francamente mi sembra inutile mettere in ballo indicazioni sulla quarantena, in questo momento in cui ci si attende di valutare cosa succederà con la riapertura delle dell’attività generali del Paese”.
Di opinione diversa, per non dire opposta, il professor Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive presso l’Università di Genova: “La riduzione della quarantena a 5 giorni è una decisione che arriva molto tardivamente. Ci sono Paesi come Israele che hanno da un anno l’isolamento dei positivi asintomatici a 5 giorni. Noi ci arriviamo tardi e nel momento in cui la quarantena andrebbe eliminata, nel senso che io credo sia giusto affrontare questa malattia infettiva come tante altre che già gestiamo e che non prevedono certo la quarantena”.
La voce del ministro
A prendere in qualche modo le distanze dalla polemica è stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che, a proposito della durata dell’isolamento dei positivi, ha dichiarato a Radio Capital la mattina del 31 agosto: “C’è un parere del Consiglio superiore di sanità. Appena sarà formalizzato faremo le opportune valutazioni”.