Con il nuovo anno, l’aumento di contagi registrato in Italia e il dilagare dell’infezione in Cina, con il relativo allarme generato dai voli provenienti dall’Estremo Oriente, ha riportato in primo piano il tema delle vaccinazioni, in qualche modo dimenticato durante gli ultimi mesi del 2022.
Vale dunque la pena di fare il punto della situazione per mettersi in paro con la protezione offerta dalle vaccinazioni, nonché dal pericolo di incorrere nelle sanzioni previste per over 50, insegnanti, operatori sanitari e forze dell’ordine che non hanno rispettato l’obbligo introdotto agli inizi del 2021 al fine di arginare la pandemia.
La terza dose
Chiamata anche prima dose di richiamo (la doppia definizione continua generare confusione), la terza dose è raccomandata per tutti i cittadini al di sopra dei 12 anni di età.
La quarta dose
Chiamata anche seconda dose di richiamo, la quarta dose è raccomandata alle seguenti categorie, a condizione che sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’ultima infezione ad esso successiva:
– Persone oltre i 60 anni;
– Persone dai 12 anni in poi, purché siano trascorsi 3 mesi dalla prima dose di richiamo o dal ciclo primario o dall’ultima infezione.
– Operatori e ospiti dei centri di residenziali per anziani.
– Operatori sanitaRi di qualsiasi età.
– Donne in gravidanza.
La quinta dose
Prevista dalla circolare del Ministero della Salute del 17 ottobre 2022, la terza dose di richiamo (con vaccino a mRNA bivalente) può essere somministrata a:
– Persone oltre gli 80 anni.
– Ospiti delle strutture residenziali per anziani.
– Persone di età superiore ai 60 anni aventi patologie concomitanti/preesistenti.
La condizione è che queste persone abbiano già ricevuto almeno 120 giorni prima la seconda dose di richiamo con vaccino mRNA monovalente e che sia trascorso lo stesso lasso di tempo dall’ultima infezione da Covid.
Le multe
Avendo la Corte Costituzionale respinto i ricorsi contro l’obbligo vaccinale, dal I dicembre scorso sono scattate le sanzioni. Si parla di circa 2 milioni di italiani che dovranno pagare 100 euro, sempre che la Lega non riesca – come dichiarato – a congelare il provvedimento fino al 30 giugno 2023.