Il suo nome commerciale è Nuvaxovid ma viene quasi sempre chiamato con quello della casa farmaceutica che lo produce: l’americana Novavax. Parliamo del vaccino che, nel gergo giornalistico, viene ormai definito come “quello degli indecisi”, in quanto considerato tranquillamente accettabile da parte di chi, nutrendo dubbi di varia natura sui vaccini a mRNA, come Pfizer e Moderna, ha deciso fino ad oggi di disertare i centri vaccinali. Insomma, un prodotto più “tradizionale” che, come disposto dal ministero della Salute, può essere somministrato alle persone dai 18 anni in su che devono intraprendere per intero il ciclo primario, anche perché non può essere somministrato né a chi ha ricevuto una prima dose di altro vaccino né come booster.

Un ciclo di due somministrazioni

Il ciclo di Nuvaxovid prevede la somministrazione di una prima dose, da prenotare on line utilizzando i dati contenuti nella Tessera Sanitaria, e di una seconda dose a tre settimane di distanza, fissata contestualmente. Come sempre c’è la possibilità di scegliere il centro vaccinale più comodo da raggiungere: solo nel Lazio ce ne sono 22, distribuiti tra Roma, Viterbo, Frosinone, Latina e Rieti.

Efficace e facile da conservare

L’uso di Nuvaxovid è stato autorizzato dall’AIFA sulla base di uno studio che ne ha evidenziato l’efficacia di circa il 90%, anche per la popolazione di età superiore ai 64 anni, rilevando come le eventuali reazioni avverse siano prevalentemente di tipo locale. Un altro punto a favore di questo vaccino riguarda la temperatura di conservazione e perciò la relativa facilità di distribuzione e stoccaggio: in pratica basta un normale frigorifero regolato tra i 2 e gli 8 gradi centigradi. Ma l’efficacia resta al massimo livello per ben 12 ore a 25 gradi.