Sole e calore costituiscono un binomio inscindibile che, durante i mesi estivi, può trasformarsi in un vero e proprio pericolo per gli adulti e, soprattutto, per i bambini. Questi ultimi, infatti, tendono immancabilmente a non valutare affatto i rischi connessi a questo tipo di esposizione e, particolarmente quando giocano con i loro coetanei, ne subiscono tutti gli effetti negativi, anche perché dispongono di un sistema di termoregolazione ancora non perfettamente sviluppato. Poiché le conseguenze possono essere anche molto gravi, è assolutamente necessario assumere alcune precauzioni.

Massima attenzione

Innanzi tutto, mai esporre al sole diretto o indiretto i bambini al di sotto dei 6 mesi, né cercare di proteggerli applicando sulla loro pelle delicatissima una crema protettiva. Dunque mantenerli sempre in piena ombra.
Fino ai 36 mesi, evitare ugualmente la loro esposizione diretta e vestirli con indumenti leggeri in fibra naturale, scegliendo come copricapo un cappello di tela con le tese flosce. Si può incominciare a spalmare la pelle esposta con una crema specifica di ottima qualità avente un livello di protezione 50 o 50+.
A partire dai 3 anni si può far indossare più facilmente un berretto con la visiera (da portare però in avanti e non indietro come vuole la moda), e un paio di occhiali da sole per proteggere la retina che, a quell’età, è ancora molto sensibile ai raggi ultravioletti. Fondamentale è fare in modo che l’idratazione sia regolare, facendo assumere al piccolo unicamente acqua e non bevande gasate zuccherate. Sempre fermo restando che l’esposizione diretta va evitata il più possibile, soprattutto durante le ore più calde di metà giornata, le parti esposte della pelle devono essere protette con una crema a protezione 50. Si tenga presente che gli effetti della radiazione solare sulla pelle dei giovanissimi – arrossamento, scottature, eritemi – creano le premesse per quei problemi più gravi che possono sorgere in età adulta.

I segnali di allarme

Per quanto si possa essere attenti e prudenti non si può escludere che il bambino soffra il caldo al di là di un semplice fastidio. I segnali di questo passaggio, spesso generato da un mix di alta temperatura ambientale ed elevata umidità, sono – in ordine di gravità – il mal di testa, la nausea, il senso di spossatezza, il vomito, i ronzii auricolari e lo stato confusionale. Se anche solo uno di essi compare, è possibile che si tratti del cosiddetto “colpo di calore”, un disturbo che va affrontato prontamente, in quanto può portare a conseguenze anche molto gravi. Perciò, al primo allarme, portare il piccolo all’ombra, fargli bere acqua fresca a piccoli sorsi, applicargli sul corpo impacchi di acqua fredda e intanto chiamare un medico per tenerlo al corrente dell’evoluzione e seguire i suoi consigli.